La diminuzione della forza di gravità e il lavoro simultaneo dei muscoli antagonisti: basterebbero queste due sole caratteristiche a rendere il nuoto uno sport completo e utile a tutti. Ma nuotare contribuisce anche all’allungamento osseo, al rafforzamento di tutto l’apparato muscolare, al buon funzionamento di cuore e polmoni. E si può praticare a tutte le età. Inoltre, gli schemi motori che ci permettono di nuotare sono già iscritti nel nostro Dna, proprio come camminare, correre e saltare. L’unico deterrente, per qualcuno, può essere l’irrazionale paura dell’acqua, che però si vince facilmente. Con i bambini, gli istruttori usano appropriate tecniche psicologiche (soprattutto di premio), mentre per gli adulti funziona un approccio più diretto: le piscine sono luoghi confortevoli, l’acqua in vasca è sempre a una temperatura attorno ai 27-28°C, la profondità è minima. Chiunque può prendere confidenza gradualmente e senza traumi: lo stare bene in acqua deve in ogni caso venire prima del sapere nuotare.
Senza gravità
E per chi ha già acquisito una minima esperienza, ci sono tutte le varianti del caso: dalla ginnacqua all’acquagym, all’aerobica in acqua all’acquabike. Tutte pratiche molto richieste specialmente dalle donne, che ai benefici del nuoto aggiungono l’attività aerobica, che consente un dimagrimento controllato e aiuta a mantenere una linea invidiabile. Alla base ci sono esercizi di ginnastica in acqua d’intensità variabile, facilitati appunto dalla riduzione della gravità. Per i ragazzini c’è invece l’acquagol, una sorta di pallanuoto semplificata e basata sull’aspetto ludico. È un ottimo sport per canalizzare la loro naturale aggressività. E come tutti gli sport di squadra, insegna il rispetto delle regole, dei compagni e dell’avversario. Aiuta anche a gestire le emozioni e a imparare a perdere.
A tutte le età
Il nuoto può accompagnare tutta la vita. Anzi, da prima ancora. L’attività in acqua è infatti molto utile per le gestanti, i cui movimenti sono agevolati dalla spinta idrica. In piscina le future mamme possono alternare nuotate a camminate e galleggiamenti, che tonificano la muscolatura facilitando così, in prospettiva, anche il parto.
Perfino i piccolissimi possono imparare a nuotare, prima ancora che a camminare. Si chiamano corsi di acquaticità quelli rivolti ai bambini da 6-8 mesi che, accompagnati dai genitori, prendono confidenza con l’acqua. È importante che tutto si svolga con uno spirito di gioco. La presenza di mamma o papà serve per il contatto epidermico. Così in acqua s’instaura una profonda complicità fra genitori e figlio. Che aiuta la crescita del bambino in senso generale.
Infine, la terza età. Alcuni imparano il piacere dell’acqua già avanti negli anni. Sono contenti di provare a stare in immersione con gli occhi aperti, di controllare la respirazione. Quando cominciano a nuotare, apprezzano subito una migliore mobilità articolare. E frequentare una piscina diventa inoltre
un momento importante di socialità.